Area
Evolutiva
“Se una palla è scivolata in un buio passaggio un bambino può essere spaventato nell’andare a recuperarla, ma se dico – guarda sarò con te!- egli sarà più sicuro” Bowlby
I disturbi dell’età evolutiva
Le prime esperienze di accudimento guidano il comportamento del bambino e costruiscono la base dei rapporti interpersonali futuri della sua vita. Il bambino spaventato, confuso, angosciato cerca la vicinanza protettiva con una figura adulta percepita come “più forte e più saggia” (Bowlby). Stili di attaccamento insicuri o disorganizzati sono alla base delle manifestazioni psicopatologiche, più o meno gravi, dell’età evolutiva.
I bambini e gli adolescenti possono presentare, in una determinata fase di crescita, atteggiamenti e comportamenti che vengono considerati come “sintomi”: essi sono in realtà le strategie più efficaci per ripristinare e/o mantenere la relazione con il genitore di cui i bambini/gli adolescenti dispongono.
In situazioni di attaccamento/accudimento insicure o disorganizzate, le fatiche relazionali che si vengono a creare possono diventare “traumatiche”. “Gli eventi traumatici, dei primi anni di infanzia non vengono persi, come le impronte di un bambino nel cemento fresco. Il tempo non cura le ferite che avvengono in quei primi anni: le nasconde solamente. Le ferite non vengono perse diventano parte del corpo”. (Van der KolK).
Nella disorganizzazione del legame, l’origine del trauma si può trovare all’interno del nucleo familiare stesso. Il contesto relazionale di accudimento in cui il bambino si trova a vivere, è molto importante, può accogliere e sostenere, oppure amplificare l’impatto di un evento drammatico sul bambino stesso, fino a portare a ipotizzare un Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD).
Il nostro modello d'intervento
Nello studio “In Equilibrio”, proponiamo un trattamento di psicoterapia a indirizzo cognitivo-evoluzionista, quindi basato sulla teoria dell’attaccamento, in cui la relazione terapeutica costituisce la parte essenziale del processo di cambiamento e guarigione.
Il nostro approccio, inoltre, prevede un trattamento integrato con il metodo dell’EMDR per l’elaborazione dei traumi relazionali precoci (relativi alla storia d’attaccamento), di traumi esterni alla relazione di attaccamento e/o vissuti secondari (es: difficoltà interpersonale a scuola, con i coetanei).
Situazioni cliniche di cui ci occupiamo prevalentemente sono:
• Depressione infantile;
• Ansia da separazione;
• Fobie;
• Disturbo ossessivo-compulsivo;
• PTSD;
• Disturbo traumatico dello sviluppo;
• ADHD;
• Disturbo oppositivo-provocatorio e disturbi della condotta;
• Somatizzazioni;
• Disturbi alimentari.
Area di
Coppia
La nascita, la vita e l'evoluzione di ogni coppia è qualcosa di unico.
Nell’ ascoltare ed accogliere le richieste di una coppia abbiamo in mente delle linee guida che sono proprie dell’Analisi Transazionale (Berne, 1963).
Pensiamo che la coppia si formi facendo convivere l’esistenza di due personalità distinte, generando al contempo un soggetto autonomo, creativo, originale. Come ogni altro gruppo ha un confine esterno, che può variare nel tempo, che ne definisce e protegge lo spazio vitale e che consente l'esistenza e la crescita della relazione.
La coppia attraversa diverse fasi, è un sistema dinamico che nasce e si sviluppa attraverso una serie di intimi accordi, alcuni consapevoli altri inconsapevoli, tra i due partner e passa attraverso l’innamoramento, la condivisione di progetti di vita, la convivenza o il matrimonio, la eventuale nascita di figli.
Ogni situazione di cambiamento comporta la costruzione di nuovi equilibri con la formulazione di nuovi obiettivi comuni.
A volte ciò non avviene in maniera automatica e indolore e ci si trova a sperimentare la crisi della coppia che molto spesso è dovuta a difficoltà nella relazione connesse a momenti di stallo che si sperimentano quando ci si trova ad attraversare specifici nodi del percorso evolutivo che caratterizzano ogni coppia (matrimonio o convivenza, nascita e fasi di crescita dei figli, malattie, lutti, cambiamenti di ruolo e professionali).
In questi casi i partner sperimentano delusione, frustrazione, rancore, distanza emotiva, di pensiero, di comportamento.
Le crisi di coppia possono quindi assumere un significato evolutivo, nello sviluppo dei singoli individui e/o del sistema coppia. Individuare le reciproche posizioni può essere un passo cruciale per avviare la ricerca di nuove basi di una relazione condivisa anche, e non necessariamente, di coppia.
Per comprendere meglio il funzionamento del legame di coppia può essere importante comprendere l’abbinamento tra gli stati mentali relativi all’attaccamento di entrambi i membri.
Terapia di coppia
Il dono di sé all’altro non può che essere preliminare e senza condizioni. Andiamo verso un tempo nel quale il legame di coppia può solo diventare una via di consapevolezza, all’insegna del reciproco rispetto. Diversamente, non ha ragione di esistere.
Per mantenere il legame bisogna imparare allora a costruire nuove forme di contatto per far dialogare le due diversità. La costruzione dell’identità dei singoli all’interno di un legame d’amore deve diventare tutt’uno con la responsabilità della costruzione di questo dialogo.
La psicoterapia di coppia può essere uno dei modi che abbiamo a disposizione per apprendere o ri-apprendere a parlarci e ad ascoltarci.
Potremmo dire, per usare una metafora, che la competenza al dialogo diventa per il legame come un ponte tra due solidi piloni capaci entrambi di reggersi sulle proprie fondamenta. Il ponte è la trama del contatto, è ciò che ci si scambia, ciò che i due sono capaci di far scorrere “tra loro”.
Alla domanda: “Perché mai dovremmo fare tanta fatica?” non possiamo che rispondere: “Non si deve, ma si può, se si vuole". ( A. Fabbrini, 2000)
La terapia di coppia può rappresentare una soluzione per migliorare le relazioni in famiglia o i problemi della vita a due.
Vuoi imparare a gestire le tue reazioni e comprendere la causa del tuo malessere?
Ti piacerebbe comunicare meglio con il tuo partner?
Cosa ci aspettiamo da una relazione e che cosa mettiamo in gioco del nostro passato?
La terapia di coppia è sempre preceduta da una fase di consulenza specifica, che ha l’obiettivo di capire le difficoltà di entrambi i partner e le fonti del disagio affettivo e relazionale che rende più difficile la loro vita di coppia. Di frequente le difficoltà riguardano una comunicazione poco attenta alle esigenze del partner, difficoltà sessuali e difficoltà emotive personali che generano rancori e incomprensioni. La consulenza psicologica quindi offre uno spazio utile per avere delle informazioni e delle risposte sull’andamento della propria vita di coppia e sul come renderla più appagante.
Una specifica attenzione è data alla cura dei processi comunicativi e alla cura dei confini e degli spazi individuali, della coppia e della famiglia con l’obiettivo di riattivare le risorse presenti nel sistema coppia e famigliare.
Area
Adulti
I sintomi come “metafore incompiute” Giovanni Liotti
Si può chiedere la consulenza di uno psicologo quando abbiamo qualche sintomo che rende difficile la quotidianità (insonnia, ansia, problemi con il cibo o le sostanze, somatizzazioni); quando si attraversa un periodo di crisi legato ad un evento particolare (perdita di una persona cara, malattia incidente) e si sente il bisogno di un sostegno; quando si vuole cambiare o migliorare qualcosa di sé e conoscersi meglio.
Sono molteplici le fatiche che un adulto può esprimere al suo primo colloquio:
“ripenso continuamente a quel momento del passato in cui mi sono sentito impotente e fragile”
“tutti ce l’hanno con me e nessuno vuole credermi, non so più di chi fidarmi”
“ho una fitta al petto ma al DEA hanno detto che non ho nulla”
“ho bisogno di assicurarmi che tutto sia sotto controllo solo così posso sentirmi tranquillo rispetto al futuro”
“ci sono pensieri ed immagini che mi disturbano in continuazione”
“perdo facilmente il controllo”
“devo sacrificarmi per gli altri altrimenti sarò responsabile della loro sofferenza”
Questi pensieri e stati emotivi influiscono sulla vita della persona portando a disturbi dell’umore, del sonno, ansia, disturbi ossessivi o di personalità. In questi momenti anche la relazione con le persone che abbiamo intorno può essere compromessa.
Il paziente considera i “sintomi” come la conseguenza di una malattia fisica o mentale incombente, senza accorgersi che in realtà descrivono la sua modalità inconsapevole di formare e interrompere legami affettivi. La prospettiva cognitivo-evoluzionista permette di avvicinare e comprendere numerosi problemi legati alla sofferenza emotiva della persona, partendo dall’idea centrale che all’origine ci sia un fallimento della regolazione delle emozioni. Nel corso della terapia si presta attenzione alla storia del paziente, al suo legame di attaccamento, alle rappresentazioni di sé con l’altro generate nel tempo. La ricerca attuale ci dice che le esperienze dell’infanzia rivestono un ruolo importante nello sviluppo di tratti della personalità e di disturbi psicologici.
Anche per L’Analisi Transazionale nell’infanzia i bambini, a partire dai messaggi che ricevono dalle proprie figure genitoriali, prendono, in base alle facoltà mentali in via di sviluppo le “decisioni” che poi andranno a costituire il “copione di vita” della persona.
Il copione si compone di decisioni su di sé ( sono sbagliato, sono in gamba, etc…) sugli altri (persecutori, accoglienti, etc…) e sul mondo ( luogo pericoloso, sicuro etc..) e soprattutto su cosa c’è da fare per sopravvivere.
Il percorso di psicoterapia dell’AT consiste nel divenire consapevoli delle “decisioni” alla base del proprio “copione” con lo scopo di modificarle in base alle esigenze odierne. Per far questo l’AT aiuta la persona sui diversi piani esistenziali dell’essere umano, ossia intervenendo dai punti di visti cognitivo, emotivo e comportamentale.
Per l’Analisi Transazionale i disturbi derivano da una disarmonia fra vari Stati dell'Io che sono:
• il Genitore, il modello e l'insieme di valori e norme imparati da bambini dai propri genitori, dagli insegnanti e dagli adulti significativi;
• il Bambino, la parte spontanea, ingenua ed emotiva di noi stessi, capace di entusiasmarsi e meravigliarsi, ma anche di provare paura;
• l'Adulto, la parte razionale che media fra gli altri due stati, esamina la realtà delle cose e valuta i fatti.
Lo psicoterapeuta stimola il paziente ad esaminare gli schemi tipici del suo comportamento, delle sue emozioni e dei suoi pensieri. Lo aiuta a individuare le proprie strategie infantili degli Stati dell’Io Bambino e Genitore e lo incoraggia ad individuare e a sperimentare delle opzioni più efficaci per lui come persona adulta. Quando lo Stato dell’Io Bambino del paziente comincia a sentirsi spaventato dei cambiamenti, lo psicoterapeuta lo sorregge e gli ricorda i motivi per cui sta cercando un cambiamento.
Il nostro modello di riferimento
InEquilibrioStudio in una prima fase, paziente e terapeuta esplorano congiuntamente i possibili collegamenti tra i sintomi attuali e le esperienze del passato, per delineare un piano di lavoro mirato all’individuazione degli eventi traumatici o stressanti che sono all’origine del disagio lamentato. Al termine della valutazione iniziale e dell’inquadramento diagnostico, viene condiviso quanto emerso con il paziente e proposto l’intervento, concordando con lo stesso le priorità d’intervento, i tempi, e se necessario, i target di lavoro con EMDR.
Come terapeuti curiamo molto la relazione e la dimensione dell’alleanza terapeutica, utilizzando anche l’EMDR per garantire questa dimensione cooperativa e collaborativa. L’EMDR è un metodo che favorisce l’instaurarsi di un di una costante cooperazione, attraverso la rinegoziazione degli obbiettivi terapeutici, nel corso del processo di cura.
Ci occupiamo di pazienti adulti con traumi relazionali importanti in cui il lavoro con EMDR può essere effettuato su parti emergenti del Sé non integrate.
Area
Benessere
La Psicologia del Benessere si occupa di migliorare il Benessere della persona attraverso una crescita personale ed un apprendimento di abilità, che porta l’individuo a vivere meglio la sua quotidianità; è quindi rivolta al miglioramento delle condizioni psicofisiche della persona senza particolari difficoltà. La Psicologia del Benessere non si occupa pertanto di disagio, di patologia, di sostegno psicologico e non riguarda interventi attuati in periodi di crisi personale.
Il fulcro della Psicologia del Benessere è il rilassamento, la capacità di calmarsi e distendersi favorendo una sensazione di benessere psicologica e fisica, esprimendo al meglio le proprie potenzialità e favorendo le naturali difese immunitarie (riduzione dello stress, forza, energia) con miglioramento delle relazioni interpersonali. Vengono apprese tecniche di regolazione dell’attivazione, insegnando alla persona come restare all’interno di una “finestra di tolleranza” delle emozioni, in modo da poter modulare al meglio il proprio livello di stress, navigando nel fiume del benessere, destreggiandosi tra le fatiche del quotidiano.
Nell’ambito della Psicologia del Benessere presso InEquilibrioStudio è possibile effettuare:
• Training di rilassamento psico-fisico e di gestione dello stress: sedute individuali e di gruppo di rilassamento;
• Training di miglioramento delle proprie capacità comunicative e di risoluzione dei problemi
• Empowerment delle proprie capacità relazionali e sociali
• Training di incremento dell’autostima e dell’assertività: percorsi individuali personalizzati volti al miglioramento dell’autostima e al cambiamento nel rapporto con gli altri
• Gestione del dolore cronico (cefalea, dolore muscolare, mal di schiena, ipertensione, disturbi digestivi)
• Disassuefazione dal fumo, attraverso la gestione dell’impulso a fumare, l’educazione alla salute, la sostituzione e la promozione di comportamenti maggiormente salutari.
InEquilibrioStudio utilizza, come integrazione, anche la tecnica EMDR all’interno dell’area del Benessere Psicologico avvalendosi del modello dell’Installazione Di Risorse, con appositi protocolli di intervento (Forster – Lendl). Negli ultimi anni con lo svilupparsi e diffondersi della tecnica EMDR di F. Shapiro, molti autori si sono occupati del miglioramento delle performance sul posto di lavoro e nello sport (Foster e Lendl, 1991; Ron Martinez, 1991; Ricky greenwald, 1993; Andrew Leeds, 1995; Carol York, 1998; Korn e Leeds, 2002).
Lo sviluppo delle risorse si riferisce a interventi strategici deliberati, condotti nel corso di una serie di sedute, volte a sostenere lo sviluppo di tali risorse positive nelle persone (Leeds, 1997). In sostanza si aiuta la persona a gestire le emozioni e a modularle. Infatti il miglioramento delle performance deriva da un insieme di tre elementi: capacità, concentrazione e motivazione.
La capacità è quella potenzialità sviluppata e affinata attraverso la conoscenza e l’esperienza, che può avere un ulteriore sviluppo consistente.
La concentrazione consiste nel restringimento del raggio della propria attenzione ad una cosa sola, lasciando fuori le distrazioni che provengono da stimoli interni o esterni (es: squillo del telefono, la sonnolenza, i pensieri negativi). Per aiutare a concentrarsi viene insegnato a riconoscere e utilizzare in modo costruttivo questi stati emozionali, tornando immediatamente al compito da svolgere in quel momento.
La motivazione è la ragione che giustifica ciò che si fa e che dà l’impulso per iniziare le azioni per portarle a termine. Include anche una visione in prospettiva, la capacità di fissare obiettivi a breve e a lungo termine e di muoversi flessibilmente dall’uno all’altro. Chi è motivato agisce con una direzione, uno scopo e un’intenzionalità, che lo porta a comportarsi coerentemente con i propri valori. La mancanza di uno scopo della propria esistenza si evidenzia spesso nei casi di burnout e nelle dipendenze. Chi ha uno scopo chiaro nella vita è fortemente motivato, si riprende rapidamente dalle ricadute e sa creare un suo stato di “nuova armonia nella navigazione” quando l’ambiente di lavoro è caotico.
Lo sviluppo e l’installazione delle risorse per le Performance Eccellenti o le Prestazioni di Picco nel lavoro o nello sport. Filosoficamente mette in risalto quanto la persona può fare ora e quanto è possibile che faccia in futuro. Si richiama agli scritti di Maslow e di altri esponenti del Movimento del Potenziale Umano, nonché alle scoperte empiriche della Psicologia Positiva. Gli obiettivi sono le sviluppo delle risorse, il rafforzamento delle capacità e l’auto-realizzazione.
Come funziona lo Sviluppo e l’Installazione delle Risorse
per le Performance Eccellenti con l’EMDR?
L’EMDR per le Prestazioni di Picco segue fedelmente il metodo standard di F. Shapiro, con le otto fasi del trattamento, ma con alcune differenze importanti:
• l’attenzione è rivolta alle prestazioni attuali, pur creando un futuro migliore;
• lo sviluppo e l’installazione delle risorse è orientato alla possibilità, anziché alla sicurezza;
• al paziente vengono sistematicamente insegnate le capacità per le prestazioni di Picco;
• si tratta di un lavoro a breve termine, orientato ai risultati.
Si tende ad innescare un senso di speranza nella persona, ispirare l’apprendimento di nuovi comportamenti e convinzioni che valorizzano la vita e si conferisce più potere alla persona sul lavoro, in scena (per gli attori e le persone dello spettacolo), o sul campo di gara (nello sport).
In conclusione questa tecnica viene oggi utilizzata dal terapeuta in modo creativo e flessibile, per rispondere ai bisogni individuali della persona. La persona viene incoraggiata a sviluppare le proprie risorse personali significative. In loro mancanza, o quando la persona non è in grado di pensare a nuove risorse, il terapeuta può facilitare (non imporre) lo sviluppo di nuovi concetti per raggiungere capacità e stati emotivi positivi. (Leeds, 1997, 2002).
Tutte queste risorse, che vengono apprese, restano nel bagaglio personale e costituiscono una fattore protettivo anche per il futuro.